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La garzaia del Bosco Basso

Articolo del 05-01-2024
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La Riserva Naturale “Garzaia del Bosco Basso”, sorge all’interno dell’ansa di un antico meandro del Po e occupa una fascia posta subito al di sotto di uno dei terrazzi più esterni del fiume, tra i comuni di Breme e Sartirana Lomellina, su depositi alluvionali risalenti all’Olcene Medio. Si tratta di una zona umida, alimentata da una serie di acque sorgive naturali, dovute ad un affioramento della falda, da cui partono il Cavo Giardino e il Colatore Massa, utilizzati per l’irrigazione. I fontanili sono l’elemento caratterizzante di quest’area nonché ambiente particolarmente idoneo allo sviluppo di numerose specie animali e vegetali tipiche dei microclimi umidi.

 

La Garzaia

Da molto tempo nella riserva si è insediata una garzaia che anche, se in un’area ridotta, è considerata d’importanza Comunitaria: vi nidificano colonie di aironi ed esemplari di tarabusino, una particolare varietà di airone, ma anche usignoli di fiume e cannareccioni. Particolari di quest’area anche le folaghe e tuffetti, chiamati così per la loro abilità nel compiere lunghe immersioni quando devono catturare le prede. Non mancano poi popolazioni di nitticore, garzette e sgarze ciuffetto. Oltre ai volatili, l’oasi ospita anche altre varietà faunistiche, in particolare rane, girini, crostacei e vermi che, non a caso, rappresentano la fonte primaria di approvvigionamento per le specie avicole che nidificano nella garzaia.

 

Ontani neri, olmi e pioppi

Indispensabile alla nidificazione degli aironi è anche la presenza di ontani e saliceti; qui infatti la vegetazione è ricca di boschetti di ontano nero, residuo delle ampie foreste che circondavano le paludi e degli specchi d’acqua presenti in epoca preistorica. Oltre a queste varietà, che rappresentano le specie arboree dominanti, si sono insediate bene nell’area anche popolazioni di olmo, di pioppo bianco, di farnia e di salice. Laddove gli ontani sono ancora giovani, è poi possibile scorgere sambuchi e sanguinelle. Nelle zone in cui il terreno è maggiormente impregnato d’acqua, ci si imbatte prevalentemente in canne palustri, mazzesorde e carici.

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